Rischi Terapeutici


La decisione di sottoporsi alle terapie della Fecondazione Assistita deve avvenire nella piena consapevolezza dei rischi che questo percorso può comportare sia per la donna che per il feto. I rischi possono essere previsti e limitati grazie al costante e periodico monitoraggio della paziente.



RISCHI PER LA DONNA

Durante il percorso di fecondazione

La sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS) è la principale complicazione alla quale la paziente può andare incontro ed è caratterizzata da rapido incremento volumetrico delle ovaie, emoconcentrazione ed accumulo di liquidi nella cavità addominale. L'OHSS può essere di diverse entità: in caso di iperstimolazione ovarica lieve o moderata, che non prevede la necessità di un ricovero ospedaliero e si presenta nel 4% dei cicli stimolati, i sintomi sono distensione addominale, nausea e ingrossamento delle ovaie mentre quando la sindrome si presenta in forma più grave (cosa che accade nello 0,4% dei casi durante cicli stimolati), i sintomi sono dolori addominali, ascite, concentrazione di elettroliti nel sangue e ipercoagulabilità ematica, oliguria e dispnea. È comunque possibile prevenire tale complicanza dapprima identificando i fattori di rischio e, in un secondo momento, utilizzando un protocollo specifico che riduce il rischio fino ad annullarlo.

Per quanto riguarda invece i rischi operatori, questi sono molto contenuti e legati principalmente al prelievo per via transvaginale di ovociti. In un caso su 2500 possono verificarsi infezioni pelviche e sanguinamento addominale, mentre non esistono rischi anestesiologici legati alle terapie di fecondazione assistita.

Durante la gravidanza PMA

Una volta raggiunta la gravidanza il rischio più alto è quello di aborto spontaneo, la cui incidenza risulta superiore in caso di gravidanze ottenute con fecondazione assistita presentandosi nel 15% dei casi. Oltre a questo, poi, esiste il rischio che gli embrioni s'impiantino fuori dall'utero (gravidanza ectopiche) o che due (o più) embrioni s'impiantino contemporaneamente.



RISCHI PER IL NASCITURO

Per quanto riguarda, invece, il feto, i rischi maggiori sono legati al verificarsi di gravidanze plurigemellari che sono più frequenti dopo un percorso di Procreazione Medicalmente Assistita. Se, infatti, il trasferimento di due o più embrioni nell'utero assicura maggiori possibilità di arrivare alla gravidanza, allo stesso tempo aumentano i rischi di gravidanze multiple che hanno alta possibilità di parti prematuri e comportano conseguenze per il neonato e per la madre stessa al momento del parto.
Tuttavia, grazie alla vitrificazione e alla sua alta efficienza nella conservazione dei gameti e degli embrioni (la sopravvivenza di questi ultimi alla metodica è circa il 98%), se un tempo si trasferivano più embrioni alla volta, coscienti che una conservazione di quelli soprannumerari avrebbe comportato una loro decurtazione, oggi la certezza della loro sopravvivenza ci ha condotto verso il transfer del singolo embrione con la conseguente drammatica diminuzione delle gravidanze gemellari o multiple.

Il rischio di malformazione nei nati da fecondazione assistita (5,6%) risulta lievemente più alto rispetto ai bambini concepiti naturalmente (4,6%).

Non vi sono, invece, differenze tra concepiti spontaneamente o a seguito di PMA per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo e psicomotorio.



RISCHI PER L'UOMO

I rischi dell'intervento TESE/TESA sono scarsi. Tra i possibili problemi vi sono dolore e gonfiore testicolare post operatorio.